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PILLOLE DI FILOSOFIA

IL DIRITTO DI CRITICARE

Acquistiamo il diritto di criticare severamente

una persona solo quando siamo riusciti

a convincerla del nostro affetto e della lealtà

del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non

rimanere assolutamente irritati se il nostro

giudizio non viene accettato o rispettato.

In altre parole, per poter criticare, si

dovrebbe avere un'amorevole capacità,

una chiara intuizione e un'assoluta tolleranza

(Mohandas Karamchand Gandhi)

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NON ACCONTENTARSI DEL PRESENTE

 

Non ci accontentiamo mai del presente. Anticipiamo il futuro perché tarda a venire, come per affrettarne il corso, o richiamiamo il passato per fermarlo, come fosse troppo veloce, così, imprudentemente, ci perdiamo in tempi che non ci appartengono, e non pensiamo al solo che è nostro, e siamo tanto vani da occuparci di quelli che non sono nulla, fuggendo senza riflettere il solo che esiste. Ciò dipende dal fatto che di solito il presente ci ferisce. Lo nascondiamo alla nostra vista perché ci affligge, e quando è piacevole temiamo di vederlo scappare. Tentiamo di sostenerlo con il futuro, e ci impegnamo a disporre di cose che non sono in nostro potere, per un tempo a cui non siamo affatto certi di arrivare.

Ciascuno esamini i propri pensieri. Troverà che sono tutti concentrati nel passato o nell'avvenire. Non pensiamo quasi per niente al presente, e se ci pensiamo è solo in funzione di predisporre il futuro. Il presente non costituisce mai il nostro fine. Passato e presente sono mezzi, solo l'avvenire è il nostro fine. Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai.

( PASCAL )